Amnesty deplora l'esecuzione di Saddam Hussein
Amnesty International ha deplorato l’esecuzione di Saddam Hussein, avvenuta il 30 dicembre 2006, quattro giorni dopo la conferma della sentenza da parte della Corte d’appello irachena.
L’organizzazione per i diritti umani, che si oppone incondizionatamente all’uso della pena di morte, si è detta inoltre preoccupata per il fatto che la Corte d’appello non ha esaminato le gravi irregolarità che avevano contraddistinto il processo all’ex dittatore da parte del Tribunale penale supremo iracheno.
“Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi, poiché è una violazione del diritto alla vita e una punizione estrema, crudele, inumana e degradante. Rappresenta un oltraggio in un caso come questo, in cui è stata imposta al termine di un processo iniquo nel quale l’esecuzione è sembrata un verdetto già scritto e al quale la Corte d’appello ha dato ben poca legittimità” – ha dichiarato l’associazione. [continua]
L’organizzazione per i diritti umani, che si oppone incondizionatamente all’uso della pena di morte, si è detta inoltre preoccupata per il fatto che la Corte d’appello non ha esaminato le gravi irregolarità che avevano contraddistinto il processo all’ex dittatore da parte del Tribunale penale supremo iracheno.
“Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi, poiché è una violazione del diritto alla vita e una punizione estrema, crudele, inumana e degradante. Rappresenta un oltraggio in un caso come questo, in cui è stata imposta al termine di un processo iniquo nel quale l’esecuzione è sembrata un verdetto già scritto e al quale la Corte d’appello ha dato ben poca legittimità” – ha dichiarato l’associazione. [continua]
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